Quando appoggiavi la testa
nell’incavo del mio collo
in cerca di rifugio e protezione
mi davi l’illusione di essere la più forte
ma non sai che così facendo
ponevi inizio alla conquista della mia fragilità.
E ora?
I tuoi silenzi pesanti nell’aria
i tuoi movimenti, lenti e sconnessi
qualcosa ci ha reso estranei.
Spiegami come
persone con le quali
hai condiviso l’anima
persone alle quali
hai toccato scheletro e viscere
possano essere estranee
al pari dei passanti
persone delle quali
ignori il nome.
“Mi chiedo che nome abbia l’indifferenza, quale perversa e intricata logica segua.”
Ma poi ricordo
le tue labbra atteggiate a vezzi maliziosi
le tue venature di perversa vanità
i tuoi silenzi e i tuoi scleri
i tuoi baci impetuosi e le carezze.
E mi domando ancora come
due essere decaduti come noi
con gli occhi lucidi
dal tanto soffrire
e il poco dormire
impetuosi come il mare
fragili come perle sul fondale
possano essere domati
da questa tragica indifferenza
che porta dietro di sé
la miseria dell’esistenza.
MASH-UP